Come farsi bastare il tempo è una delle questioni più avvertite nella vita personale e professionale delle persone. Se la questione non viene affrontata con serietà e pacatezza, in prospettiva può divenire foriera di stress capace di minare il benessere psico-fisico della persona.

Non ho tempo!

Nella mia esperienza di coach, una delle frasi che sento dire più spesso è “non ho tempo…” e seguono scadenze e criticità di varia natura che sono talmente ricorrenti da farmi venire il fondato sospetto che non si tratti di un’eccezione bensì di una “consuetudine cronicizzata”.

Una quantità sempre più imponente di impegni e attività riesce ad assorbire quella risorsa tanto immateriale quanto preziosa che è segnata dall’alternarsi del giorno con la notte, determinando l’avvicendarsi di settimane, mesi, anni, fino a comporre il quadro di una vita professionale “senza tempo”, ossia priva di paratie che evitino che il tempo lavorativo tracimi e lo sommerga su quello, ad esempio, familiare.

Conseguenze del “senza tempo”

Per molte persone il tempo di lavoro sconfina nel tempo personale (complice anche lo smartworking sempre più diffuso) e il controllo della situazione mette in crisi anche i professionisti più organizzati: telefonate, messaggi ed e-mail non hanno più un limite orario e quasi sempre si cede alla curiosità di leggere e di dare un riscontro.

Si vive in costante ansia, con l’ingenua aspettativa di dilatare all’infinito le giornate, affrontando l’oceano delle cose da fare così come si presentano e, dimenticando lo scopo, ci si lascia trascinare dalle correnti.

Le decisioni consapevoli come freno al “senza tempo”

Ma, come ci ricorda Seneca“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Nel navigare il mare della vita, occorre tenere sempre a mente gli obiettivi di medio-lungo periodo che determinano i micro-obiettivi quotidiani, per poter prendere decisioni consapevoli e dedicarsi a ciò che è realmente prioritario, in particolare le opportunità.

In un mondo che tende sempre più alla ridondanza, alla parcellizzazione, alla sovrapposizione e alla complicazione, occorre semplificare (non banalizzare): scegliere la via più breve, ridurre le informazioni da gestire, puntare all’essenziale, imparare a selezionare, scegliendo a cosa conta e cosa non conta.

Le semplici abitudini per “creare tempo”

Per una focalizzazione su ciò che è davvero significativo a livello professionale e personale un grande aiuto sta nel crearsi poche semplici abitudini:

  • quando si programma un’attività, stabilirne non solo l’orario di inizio ma anche quello di conclusione (il lavoro ad oltranza rende poco efficienti);
  • dedicarsi ad un’attività per volta (diverse ricerche hanno dimostrato che il multitasking peggiora del 30-40% l’efficienza lavorativa aumentando il rischio di errori);
  • mantenere sempre una visione d’insieme e, di fronte ad una richiesta, valutarla attentamente prima di farsi distogliere dalla propria agenda: negoziare o dire di no, se necessario;
  • stabilire i momenti più opportuni per gestire le telefonate in arrivo, la corrispondenza e la messaggistica e non farsi distrarre ogni volta che arriva una notifica (se possibile, eliminare le notifiche);
  • inserire in agenda anche le attività ricreative, per non ridursi a fare ciò che è nutriente, divertente e rigenerante soltanto se avanza del tempo (coltivare le amicizie, assistere ad un concerto, fare una passeggiata all’aria aperta, ecc.) senza sensi di colpa ma con la consapevolezza che chi coltiva i propri interessi lavora meglio, con più creatività e meno stress;
  • educarsi a lavorare, parlare di lavoro e pensare al lavoro solo durante un preciso orario, né prima, né dopo, né quando ci si prende una pausa.

Conclusioni

In prossimità del nuovo anno si è soliti desiderare qualcosa di diverso – e migliore – rispetto all’anno trascorso. Ecco, una delle cose a cui si può puntare è proprio questa: acqusire nuove abitudini volte a darci maggiore benssere. Come? Puntando all’essenziale e alla semplicità! Cosicché il tempo non sia più un problema ma diventi una risorsa “amica” che consenta di vivere consapevolmente il “presente” mentre si veleggia verso la meta.