
L’intenzione è spesso associata ad un atteggiamento di forte determinazione volto a conseguire a tutti i costi i risultati prefissi. L’intenzione diviene così un sinonimo di obiettivo. Qui, invece, i due termini sono distinti perché si ritiene abbiano fonti di attivazione diverse: rispettivamete, il cuore e la ragione. Come l’intenzione da energia alla tua vita? Rompendo con abitudini depotenzianti, apportando freschezza in quello che si fa, aprendosi a nuovi apprendimenti ed ampliando così le possibilità di scelta (ed esercitandole). Abbisogna di ascolto, attenzione, discernimento, spirito di osservazione di ciò che accade dentro e fuori di noi, per non essere schiacciati dagli imprevisti della vita e condurre un’esistenza appagante.
Cosa vuol dire intenzionale?
Vuol dire scelto, deliberato, non casuale. Essere presenti, attenti, consapevoli è qualcosa che può avvenire casualmente ma la mindfulness rende tutto questo una scelta voluta, intenzionale appunto. E’ l’intenzionalità a dare una prospettiva diversa che porta senso a ciò che facciamo.
Poiché non siamo abituati a dare attenzione alla nostra intenzionalità, rischiamo di avanzare per inerzia, sospinti dalla bontà del vento e/o alla mercé di questo. Senza intenzione è come se veleggiassimo privi di una direzione, con un insufficiente scorta di carburante e con il forte rischio di naufragare.
Pilota automatico versus Intenzione
Il nostro pilota automatico ha sempre un’intenzione: farci rispondere rapidamente alle sollecitazioni esterne, senza troppo fermarsi a pensare. Punta esclusivamente al risparmio, su tutto! Così facendo, lasciamo che la nostra intenzione sia “sostituita” da quella del pilota automatico: sicura, rapida ed apparentemente efficace. In questo modo, però, ci precludiamo delle opportunità perché non osiamo sperimentare altro per paura di non farcela. In fondo, perché complicarsi la vita, fare qualcosa di diverso, fermarsi e curare l’intenzione?
Perché rinunciare a dare attenzione alla nostra intenzionalità significa abdicare il timone della nostra vita all’abitudine, al pilota automatico, lasciando che automatismi ben oleati da credenze ed ambiente circostante, ci avviino alla ripetitività sicura anche se insoddisfacente.
Cos’è l’intenzione e perché è importante
Come Thomas Hobbes nel Leviatano auspicava la rinuncia della libertà a favore di un’entità politica capace di imporre con la forza la convivenza pacifica tra gli uomini, così noi rinunciamo alla libertà di scelta, pur di assecondare modelli esogeni, performanti e multitasking (a vantaggio di chi?), che appaiono rapidi, sicuri, efficaci ed efficienti. Ma è così? NO! Gli effetti negativi del multitasking ed in genere della performance ad ogni costo, sono oggi noti e la de-automatizzazione di credenze e schemi reattivi su cui poggiano, richiede tempo, allenamento e coraggio. Il coraggio sta nel recuperare l’intenzione che attiva il nostro agire e lo fa veleggiare verso la meta. Ma cos’è l’intenzione? L’intenzione è un’orientamento della coscienza e può semplicemente indicare il proposito, il desiderio di raggiungere un fine.
Secondo Joseph Goldstein, maestro di meditazione vipassana e cofondatore dell’Insight Meditation, “L’intenzione (o volizione) è importante per la comprensione della propria esistenza e la ricerca della felicità perché contiene in sé la forza karmica dell’azione.” L’energia dell’intenzione è come il potenziale di un seme che, sebbene piccolo, può divenire un albero e dare molti frutti. Le nostre azioni intenzionali hanno il potere di produrre risultati, nel presente e nel futuro. L’intenzione, di per sè è neutra, è l’associazione con la motivazione all’azione a determinarne il frutto, buono o cattivo. Sebbene sia la motivazione a determinare il risultato, è il carattere intenzionale dell’azione a fornire l’energia. Volendo esemplificare, possiamo paragonare l’intenzione alla corrente elettrica per una lampadina: se s’interrompe il flusso di energia, la lampadina si spegne e restiamo, magari, al buio.
Differenza tra Intenzione ed Obiettivo
L’obiettivo poggia su passi predefiniti: se li manchiamo abbiamo fallito. Si costruisce pianificando azioni specifiche che devono condurre a dei risultati attesi al fine di raggiungerlo. Un obiettivo richiede il “fare” in tempi definiti. E’ rigido, necessita di monitoraggio continuo per anticipare e ridurre (meglio ancora, eliminare) qualunque imprevisto perché può condizionarne il risultato e decretarne l’insuccesso. Implica una maggiore identificazione con l’obiettivo che comporta potenziale stress e frustrazione se le cose non vanno come pianificato.
Le intenzioni, invece, sono desideri che orientano le nostre scelte, prive di programmazione e dotate di una certa flessibilità. Contengono la consapevolezza dell’incertezza, delle novità che possiamo incontrare ed assimilare lungo il percorso se utili a realizzare il nostro fine. Un’intenzione porta in sé una volontà di “essere“, una promessa per la nostra vita. Avere chiaro le nostre intenzioni ci consente di identificarci meno con gli imprevisti della vita e questo ci da un prezioso dono: la libertà di scegliere, senza la quale saremmo sempre in preda alle alterne vicende quotidiane e, talvolta, frustrati dai nostri fallimenti. Nell’intenzione sappiamo che ogni passo ha valore e ci aiuta a ricordare di scegliere la direzione che vogliamo dare alla nostra vita.
Intenzione ed obiettivo non sono in antitesi bensì complementari: il primo sostiene, alimenta, supporta il secondo. Ecco come l’intenzione da energia alla tua vita!
Conclusioni
L’intenzione presiede alla realizzazione di un obiettivo. E’ come il capoufficio che coordina gli altri in relazione ad un compito. E’ presente ad ogni istante e la sua funzione è organizzare, radunare e guidare gli altri in vista di un fine. Consapevole dell’incertezza, non la vive come un ostacolo bensì come un’occasione per (r)innovare la propria promessa.
Inoltre, avere chiaro la nostra intenzione ci permette di identificarci meno con le situazioni che viviamo. In questo modo possiamo guardare a ciò che proviamo come guarderemo alle nuvole del cielo, che a volte sono chiare e leggere, altre pesanti e dense di pioggia. Ma le nuvole non sono il cielo, proprio come noi non siamo le condizioni che ci troviamo a vivere. Al contrario, noi siamo il cielo mentre le condizioni sono le nuvole, che possono variare.
Di conseguenza, non essere completamente identificati con quello che ci accade ci restituisce la libertà di scegliere.