Apprendere l’arte di stare bene con sé stessi parte dalla capacità di ascoltarsi ed essere ascoltati, nel guardarsi dentro e lasciarsi rispecchiare. Per questo vivere serenamente la solitudine richiede allenamento, soprattutto per non lasciarsi sopraffare dal flusso di propri pensieri, delle emozioni e delle sensazioni del corpo. Cosa possiamo fare? Allenarci, allenarci, allenarci! Per iniziare, seguiamo questi 4 aspetti.

RESPIRIAMO

Secondo la teoria polivagale di Porges, in situazioni di emergenza l’attivazione del sistema parasimpatico consente di entrare in uno stato di allerta per rispondere prontamente a eventuali pericoli. Attraverso esercizi di respirazione possiamo attivare il sistema parasimpatico per abbassare i nostri livelli di eccitazione emotiva entrando in uno stato di calma.

MEDITIAMO

Ogni giorno, prendiamo almeno 10 minuti per meditare. All’inizio, potremo semplicemente porre attenzione al respiro notando le sensazioni che proviamo nel corpo (prurito, fastidi, dolori, movimenti involontari,…) osserviamo senza giudizio: nella pratica meditativa non c’è giusto o sbagliato. Portiamo alla luce della consapevolezza le sensazioni che emergono. Quando possibile, meditiamo in gruppo in modo di vivere un’esperienza emotiva fatta di confronti e rispecchiamenti, per comprendere i nostri vissuti e quelli altrui.

COSTRUIAMO TEMPO

Riserviamoci uno spazio in cui possiamo vivere ciò che ci fa battere il cuore, dedichiamoci ad esso. Magari potrebbe essere quel corso da guida escursionistica che abbiamo sempre rinviato, oppure riprendere a suonare quello strumento musicale abbandonato a 17 anni. Costruirsi del tempo per dedicarlo a noi, a ciò che ci fa stare bene, fa parte dell’arte di stare bene con sé stessi.

GRATIFICHIAMOCI

Diamoci un premio, ogni tanto! Nessuno può celebrare i nostri successi più di noi stessi. Concediamoci piccoli permessi che normalmente ci neghiamo. Uno strappo alla dieta è possibile per un giorno; ricordiamo: non si ingrassa per quel che si mangia a Natale bensì per tutto ciò che lo precede. Entriamo in contatto con i nostri successi tenendo presente che contano tutti: dal più grande al più piccolo.

CONCLUSIONE

La nostra mente è relazionale. Secondo Daniel Siegel, viviamo in un sistema mente-corpo-relazioni in cui lo sviluppo, la crescita e l’affermazione di sé dipendono da un continuo contatto con la propria interiorità e dal conseguente scambio con l’ambiente. Quando il contatto s’interrompe, non ci si sente più visti o non si riesce a vedere l’altro: si tocca così con mano la solitudine. Apprendere l’arte di stare bene con sé stessi è il modo per vivere bene la solitudine; occorre fermarsi, fare il punto su di sè e riprendere poi la rotta verso il proprio scopo esistenziale. Richiede allenamento ma si può fare.