L’affermazione, un po netta, nasce dal fatto che sempre più spesso ci imbattiamo in questa parola. Dalla carta stampata alla rete, è un continuo invito a leggere o frequentare incontri basati sulla “mindfulness”. Ma venendo al dunque, Mindfulness: cos’è e cosa non è. Al di là della esterofilia che ha sempre attecchito nel nostro paese (le parole in altra lingua generano mistero ed una certa riverenza e credibilità), la parola esprime un concetto, direi, uno stile di vita che risale a 2.500 anni e che ha generato interesse, in particolare quello delle neuroscienze (vai all’articolo)!

Che cos’è la mindfulness

Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante” (Kabat-Zinn, 1994)

  • un percorso spirituale o religioso, ascetico o trascendentale ma un percorso laico, ispirato a un protocollo medico, ampiamento validato dalla comunità scientifica
  • una tecnica di rilassamento, come per esempio il training autogeno, perché l’intenzione che si coltiva non è quella di rilassarsi, cosa che può avvenire, ma piuttosto quella di diventare consapevoli, di imparare a stare con tutto quello che c’è, piacevole, spiacevole o neutro che sia, notando che ogni esperienza è mutevole, in continuo cambiamento e che possiamo creare qualcosa di nuovo solo lasciando andare ciò che ci ancora al passato o ci imbriglia in un futuro rigidamente predefinito
  • una moda o un’esperienza new age, che ci isola dal mondo e ci estranea dalle fatiche quotidiane, mettendoci al sicuro su una “nuvoletta” personale, ma è una pratica di consapevolezza che ci immerge ancora di più nella nostra vita, rendendoci molto più consapevoli, responsabili e partecipi del mondo in cui viviamo
  • sostitutiva, ma eventualmente integrativa, di altre discipline, approcci o percorsi clinici (come la psicoterapia o la psico-farmacologia), di cura della persona (come lo yoga o il pilates) o di altre leve aziendali di cambiamento e sviluppo personale e organizzativo come la formazione, il coaching, la comunicazione, lo sviluppo delle competenze tecniche, l’organizational design, etc…
  • un percorso adatto a pochi, a coloro che sentono una vicinanza con le discipline e le filosofie olistiche o orientali, ma un percorso adatto a tutti, in qualunque momento di vita ci si trovi, qualunque sia il nostro contesto socio-culturale, lavorativo e personale.

L’interesse per la mindfulness

  • rispondere ad alcuni bisogni importanti e profondi delle persone e delle organizzazioni
  • accompagnare persone e organizzazioni a ritrovare e a rafforzare un equilibrio più sostenibile tra dimensione personale, professionale e sociale.
  • ottenere risultati tangibili nel giro di pochi mesi, in termini di potenziamento e sviluppo della propria efficacia ed efficienza personale, credibilità ed autorevolezza, salute psico-fisica, capacità relazionale
  • sperimentare e allenare in autonomia, ma anche in gruppo, questa capacità.
  • sviluppare relazioni, sane e mature, basate sull’autenticità, la responsabilità, la fiducia e capaci di generare un confronto assertivo, una collaborazione ed un’integrazione vera, nel rispetto delle diversità.
  • affrontare sfide complesse e mutevoli, adattamenti continui, situazioni ad elevata incertezza, alta pressione, livelli elevati e sempre più frequenti di tensione e di stress, responsabilità dirette e indirette crescenti

Conclusioni