Tra il sogno e la visione c’è di mezzo l’azione. Potrebbe sembrare uno slogan, e forse lo è, di certo sogno e visione non sono sinonimi e il diverso significato che attribuiamo loro produce effetti molto diversi nella nostra vita. Allo stesso tempo, sembra esserci una complementarietà tra i due termini. Il sogno è una meta senza percorso, attore e pianificazione. La visione ha un cammino, almeno un protagonista ed un piano d’azione “sostenuto” da un sogno.
Molti conoscono il detto “Sognare non costa niente!”, meno sono quelli che comprendono che sognare non è sufficiente affinché si producano dei cambiamenti nella nostra vita. La visione è importante per la capacità di farci entrare in azione una volta che ci “compromettiamo” con ciò che desideriamo. L’idea che il sogno sia sufficiente a generare un qualche beneficio nella nostra vita è la trappola in cui cadono alcune persone. Altre, sebbene coscienti di fare i “sognatori professionisti” , indugiano in questo stato perché impegnarsi a fare qualcosa di nuovo sarebbe troppo impegnativo, “scomodo”. Pochi osano, si danno una visione ed ottengono ciò a cui aspirano.
Quando sogniamo, fantastichiamo su come potrebbe essere la nostra vita al verificarsi di un certo evento o situazione. Sognare è sicuramente piacevole, potrebbe essere utile ma è inconcludente se non seguono azioni per il raggiungimento di quello che desideriamo. Il sogno non comporta impegno: ci risparmia i costi ma non da nemmeno benefici.
Le distinzioni linguistiche sono utili perché consentono di ampliare lo sguardo sulla realtà e modificare l’azione. Quanto qui si propone è la distinzione tra sogno e visione, ove quest’ultima è innescata da un’idea ma seguita da un’azione volta a renderla realtà, a concretizzarla. A questo punto potremmo chiederci: “come sapere se quello che sentiamo è un sogno o una visione?” La visione c’è quando sentiamo la spinta a fare qualcosa e ci mettiamo all’opera per conseguirla.
I sogni senza visione hanno un comune denominatore: ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Il sognatore si da molte giustificazioni per non agire ed il suo sogno rimane nell’etere. Dice a se stesso che non è responsabile e che la mancata realizzazione va ricercata altrove: nelle circostanze sfavorevoli, nella crisi economica, nel capo ufficio che lo ha in antipatia… e avanti di questo passo. La visione implica mettersi in gioco ed agire coerentemente, anche quando i costi per uscire dalla zona di comfort possono essere importanti.
Ogni vota che ci giustifichiamo per quanto non abbiamo fatto, ci stiamo dando una scusa per non impegnarci: “mi sarebbe piaciuto lavorare all’estero ma non conosco le lingue”; “ero bravo a disegnare ed avrei voluto fare l’Accademia delle Belle Arti… ma poi di che vivevo?”; “se fossi magra avrei una vita sociale più ricca”; “non amo il mio lavoro ma c’è crisi, quindi inutile cercare”. Queste riflessioni sono le premesse dell’insuccesso, ossia del non far accadere ciò che desideriamo, sogniamo. Convinciamo noi stessi che non vale la pena darsi da fare, che non cambierà nulla comunque, viviamo nella lamentela continua perché non abbiamo ciò che vorremmo ma non ci fermiamo a riflettere che è la nostra attitudine a far venire meno qualsiasi possibilità.
Quando non sappiamo distinguere tra sogno e visione è facile che avremo più difficoltà a costruirci una vita coerente con le nostre aspirazioni. Ci guarderemo intorno e quando vedremo altri aver realizzato i propri sogni li invidieremo e/o attribuiremo il loro successo alla fortuna senza tener conto del loro coraggio ed impegno.
L’utilità di questa distinzione linguistica (sogno / visione) è che aiuta il coachee (cliente) a prendere coscienza di ciò che vuole, individuare gli ostacoli da superare, disegnare un piano d’azione e porlo in essere per raggiungere i suoi obiettivi. In un siffatto contesto, le domande che ci si pone sono: “quali sono i miei obiettivi?”; “quali costi sono disposto a sostenere e quali benefici conseguirò?”; “che valori sono importanti per me?”
Sappiamo che la vita pone ostacoli, talvolta difficili, da superare che possono farci rinunciare a quello che desideriamo. Nonostante ciò, è frequente riscontrare nelle sessioni di coaching che la rinuncia è dovuta più ai limiti che ci poniamo che non agli ostacoli che incontriamo.
Concludo con una riflessione apparentemente contraddittoria. Credo che la cosa importante non sia tanto raggiungere la meta, l’obiettivo bensì il cammino che percorriamo ed il modo in cui lo viviamo per andare verso ciò che desideriamo. La visione è utile perché ci da una direzione, ciò non toglie che lungo il percorso possiamo fare “nuove conoscenze” che arricchiscano il nostro punto di vista e modifichino, o finanche cambino, la nostra visione iniziale. Nulla di preoccupante: nel tempo i bisogni e le priorità si possono modificare e comunque continuare a contribuire ad ottimizzare la nostra performance per crearci una vita piena di soddisfazioni. La visione è al nostro servizio, è il sentiero che ci conduce fuori dalla nostra zona di comfort e ci apre a nuovi apprendimenti al fine di condurre una vita coerente con i nostri sogni.