A chi non è capitato di farsi questa domanda almeno una volta nella vita: “cosa fare per superare la paura di decidere?” Alcuni, con gli anni, l’hanno superata. Altri la rivivono ogni tanto, altri ne sono restati ostaggio.

Innanzitutto, la paura è un’emozione e non una iattura; in secondo luogo, va usata più che temuta. Come scrivevo in un precedente articolo Il problema sorge quando neghiamo una paura.

Decisioni e Paure: tipologie

Nel libro La paura delle decisioni – Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri”, Giorgio Nardone parla delle diverse forme di paura delle decisioni ed elenca i principali timori che si sperimentano.

Risulta che le decisioni di fronte alle quali ci troviamo più in difficoltà sono:

  • decisioni critiche, 
  • decisioni difficili,
  • decisioni complesse,
  • decisioni estreme,
  • decisioni istintive,
  • decisioni inevitabili.

Queste possono innescare diverse forme della paura di decidere:

  1. la paura di sbagliare;
  2. la paura di non essere all’altezza;
  3. la paura di esporsi;
  4. la paura di non avere o di perdere il controllo;
  5. la paura dell’impopolarità.

Queste forme della paura di decidere possono portare a esiti sintomatologici anche molto gravi, come ansia, attacchi di panico, stress, tensione emotiva, ossessioni, compulsioni e dubbio patologico. E allora, cosa fare per superare la paura di decidere? A seguire, alcuni stratagemmi per affrontare angoscia, stress e dubbi ossessivi.

Cosa fare per l’angoscia

Le persone angosciate spesso finiscono in un circolo vizioso in cui, cercando di fuggire da una “condanna”, finiscono per procurarsi altri danni o problemi. In questo caso l’esercizio consiste nello scrivere in dettaglio tutte le proprie aspettative angoscianti e la sera verificare se le previsioni catastrofiche si sono realizzate. Scrivere ha effetti terapeutici e la descrizione in forma scritta dei problemi desensibilizza progressivamente all’angoscia.

Cosa fare contro lo stress

Procrastinare una decisione a quando saremo più tranquilli ci fa sentire bene sul momento, ma la fuga aumenta l’ansia e ci espone a una tensione crescente. La tecnica del “come peggiorare” è un antico autoinganno strategico che permette di individuare i propri pensieri disfunzionali uscendo dal meccanismo difensivo dell’evitamento. Immaginando volontariamente come fallire, si produce l’effetto spontaneo del rifiuto ad agire secondo le modalità che ci porterebbero al fallimento.

Cosa fare per i dubbi ossessivi

Un problema comune quando si è bloccati in modo ossessivo di fronte a un dubbio è che la domanda di partenza è sbagliata. Come diceva il filosofo Immanuel Kant “Se la domanda è scorretta non possono esistere risposte giuste”. Lo stratagemma consiste allora nel dare ai pensieri ossessivi uno spazio abnorme, in modo che la psiche li rifiuti spontaneamente. Lungo l’arco della giornata si devono richiamare alla mente i pensieri e le immagini indesiderati. Questa tortura volontaria dovrebbe scatenare una reazione avversiva naturale, grazie alla quale la mente rifiuta quei pensieri e quelle immagini e disinnesca il meccanismo ossessivo.

Conclusioni

La paura è il principale freno alla nostra crescita. Impegnarsi in una nuova attività implica metterci a rischio di fare brutte figure. Il primo passo è riconoscere le proprie paure affinché si possano metterle in discussione. Il secondo, richiede l’accettazione della vulnerabilità: abbandonare il certo per l’incerto, l’agio per il disagio, il conosciuto per… l’apprendimento.